MICROCOSMI

Le immagini e i testi che seguono sono tratti da una mostra che avevo preparato per l'Associazione Didattica del Museo di Storia Naturale di Milano. Per realizzare le fotografie ho utilizzato una fotocamera digitale collegata con stereomicroscopio 8/100 ingrandimenti.



L'afide

Volgarmente chiamato "pidocchio delle piante" questo insetto si nutre perforando le pareti delle nervature delle foglie succhiandone la linfa.
Quando una formica tasta l'estremità posteriore di un afide con le proprie antenne, questo alza e agita le zampe posteriori e, grazie a due tubuli presenti ai lati dell'addome, secerne gocce di liquido zuccherino di cui la formica si nutre. Gli afidi sono il ricco nutrimento delle coccinelle.


La coccinella
Adalia bipunctata (L.)

Predatrice infaticabile amica dell'uomo, setaccia le foglie in cerca di prede (soprattutto afidi e altri insetti nocivi) e poi vola via aprendo la sua rossa corazza e sventolando piccole ali trasparenti. In Italia vivono più di 100 specie di coccinelle tutte con colori vivaci per avvisare i loro nemici del loro gusto sgradevole.


La damigella
Calopteryx virgo padana Conci

Questo Calotterigide passa il suo stadio giovanile nell'acqua e quello adulto volando al di sopra di essa. Appartiene anch'essa all'ordine degli Odonati ma si distingue dalle vere e proprie libellule per avere un corpo sempre cilindrico, piuttosto sottile e le quattro ali praticamente uguali fra loro, adagiate all'indietro sull'addome quando si trova in posizione di riposo.


La camomilla
Matricaria chamomilla L.

Le sue proprietà benefiche sono note a tutti, meno noto è sapere che quello che chiamano fiore è in realtà un'infiorescenza (calatide) composta da centinaia di fiori tubulosi gialli del disco centrale (ingrandimento centrale) e da decine di fiori ligulati del raggio (ingrandimento a destra) che hanno i loro cinque petali concresciuti in un unico, grande, petalo bianco.


L'ape legnaiola
Xylocopa sp.

Questo apide solitario scava un cunicolo nel legno morto degli alberi e lo divide in cellette grazie ad un impasto legnoso nelle quali depone le uova e una riserva di polline; in esse si svilupperanno poi le sue larve. I suoi occhi composti, ognuno dei quali formato da una moltitudine di occhi semplici, detti ommatidi, gli consentono una visione a mosaico del mondo che lo circonda.


Il fagiano
Phasianus colchicus L.

Originario dell'Asia e introdotto anticamente in Europa per scopi venatori questo gallinaceo si incontra facilmente ai margini di boschi, fra siepi e terreni coltivati; se sorpreso spicca il volo goffamente, con un caratteristico frastuono d'ali. La solidità della struttura delle penne negli uccelli è garantita dalla presenza di microuncini che, posizionati sulle barbule, permettono alle barbe di separarsi e riunirsi molto facilmente, evitandone così il danneggiamento durante il volo.


La felce femmina
Athyrium filix-foemina (L.) Roth

Le felci sono vegetali primitivi che non possiedono fiori e semi ma si riproducono per mezzo di spore. Se, camminando in un bosco, ci capita di incontrare una felce alziamole la fronda; noteremo sotto di essa minuscoli sacchetti tondi o a forma di rene chiamati sori composti da numerosi sporangi contenenti le spore. Nell'ingrandimento superiore si osserva un gruppo di sporangi chiusi che, una volta aperti (ingrandimento sotto) andranno a liberare migliaia di spore.


Il geranio comune
Geranium molle L.

Si vede facilmente in tutta la bella stagione il suo grazioso fiorellino nei prati, al margine di sentieri, orti e vie. Le palline traslucide appiccicate alle antere blu degli stami sono granelli di polline appena fuoriuscito che aspettano l'insetto che li porti via. La corona centrale suddivisa in cinque punte, il pistillo, è pronta ad accogliere il polline di un altro geranio comune per la fecondazione.


La pratolina
Bellis perennis L.

I fiori tubulosi che costituiscono il disco centrale della margherita sono un esempio affascinante di simmetria nelle piante: essi sono disposti in modo tale da formare delle linee a spirale (parastiche) orientate in senso sia orario che antiorario (linee rosse). Questo perché a parità di spazio il numero di fiori che si possono "impacchettare" è massimo.


L'ortica
Urtica dioica L.

L'ortica è famosa per il bruciore che si prova quando la si sfiora: l'irritazione è prodotta da sostanze come acetilcolina e istamina contenute nei peli urticanti (tricomi), presenti su tutta la pianta, che vengono iniettate nella pelle al minimo tocco.


Il papavero
Papaver rhoeas L.

Il frutto del papavero, nella foto centrale in sviluppo, è costituito da una capsula poricida che a maturità, dopo essersi seccata, libererà centinaia di semi che usciranno da una fila di forellini posta circolarmente intorno ad essa. I semi derivano dalla fecondazione attuata da altrettanti numerosi granuli di polline (gialli nell'ingrandimento superiore) rimasti invischiati dalle file di stimmi (scuri) organizzati a raggiera. Nell'ingrandimento inferiore un'antera aperta rilascia granuli di polline.


La Saturnia del pero
Saturnia pyri (Denis & Schiffermüller)

Questo lepidottero con abitudini notturne (falena) presenta su ognuna delle quattro ali una macchia ocellata che ricorda quelle della coda del pavone, da qui il motivo per il quale viene anche chiamato "pavone di notte". Dato che il bruco si sviluppa su alberi di pero e, più raramente, di melo (sia spontanei che cultivar) non è molto ben vista dagli agricoltori.


Il tarassaco
Taraxacum officinale Weber

Chiamato anche dente di leone per la somiglianza dei lobi appuntiti delle foglie ai denti del re degli animali, il tarassaco fiorisce in primavera nei prati e ai margini dei campi. Il suo capolino è formato da centinaia di fiori gialli chiamati flosculi che hanno una ligula composta dalla fusione dei cinque petali e uno stimma bifido e ripiegato a fontanella (sul quale si può osservare una spolverata di polline).


Il tarassaco
Taraxacum officinale Weber

Un altro nome comune del tarassaco è soffione… quanti di noi non hanno mai colto un soffione e fatto volar via con un soffio i suoi acheni con i loro vistosi e soffici pappi a ombrellino? In quel caso ognuno di noi ha involontariamente aiutato la pianta a diffondere i suoi semi...


La veronica
Veronica persica Poiret

In una giornata di sole, in qualsiasi mese dell'anno, è possibile osservare il fiore azzurrino della veronica nei giardini, ai margini di strade e sentieri, nei terreni coltivati. La corolla è composta da quattro lobi inseriti in un breve tubo; si osservano i due stami divaricati e il pistillo rigonfio all'estremità.